“Stella polare”,centro anti-violenza dove si riscrive anche la favola di Biancaneve.

A Villa Latina, esiste da qualche anno :“Stella polare”, punto di riferimento per l’intero progetto: «Il compito del centro sta proprio nel guidare ed accompagnare le donne attraverso un percorso che permetta loro di reinserirsi nella vita quotidiana» spiega Elisa .
Il centro antiviolenza ha ospitato soltanto nel primo anno 12 donne, il numero è raddoppiato nel 2017, quando le donne che hanno richiesto di essere accolte sono state ben 24, abbastanza se si pensa che stiamo parlando di un piccolo paese. Nello stesso anno, ha ricevuto ben 67 richieste d’aiuto. Il centro inoltre collabora sia con le forze dell’ordine, sia con l’ospedale SS. Trinità di Sora. Grazie all’infermiera Nadia Gabriele è stato attivato un “percorso rosa” attraverso il quale si dà assistenza e supporto a chi ne abbia bisogno. Le donne che si recano in ospedale a seguito di violenze, più di ottocento lo scorso anno, vengono informate sull’esistenza dei centri in grado di aiutarle e sostenerle. La maggior parte di loro non ha una stabilità economica e proprio per questo continuano a vivere insieme ai propri aguzzini, si sentono sole e non sanno dove andare. Il centro antiviolenza le ospita e garantisce loro un’indipendenza economica reinserendole nel mondo del lavoro. Per esempio attraverso il “Laboratorio eco solidale”, un progetto che ha visto l’inserimento di 15 donne all’interno di un ambiente lavorativo e che si è svolto all’interno dell’isola ecologica di Sora grazie al finanziamento dell’Unione europea. Ha permesso alle donne di riscoprire le proprie capacità, di sentirsi attive ed utili. Hanno imparato inoltre a creare oggetti riciclando il materiale che veniva abbandonato nell’isola ecologica.

«Grazie alla responsabile del laboratorio, Alessia Garonfalo, siamo riusciti a collaborare anche con le attività commerciali del territorio che spesso ci contattano per creare allestimenti eco-solidali per matrimoni e non solo – riprende la Viscogliosi – Questa attività ha riscosso molto successo e nonostante il finanziamento sia terminato stiamo andando avanti. Ma ovviamente per avviare queste esperienze abbiamo bisogno di risorse». E qui si tocca il tasto dolente, perché la Regione aveva stanziato lo scorso anno circa 185 mila euro con i quali Villa Latina avrebbe potuto creare nuove attività. Peccato però che a causa di un errore burocratico da parte degli operatori comunali la domanda non è stata perfezionata e a vincere il bando è stato l’unico altro comune in gara, quello di Alatri. «Dopo aver letto l’esito della graduatoria – commenta la direttrice del centro – sono rimasta sconvolta, abbiamo perso una grande opportunità per una distrazione avvenuta all’interno degli enti comunali. La nostra sede poi è confinante con il Comune, avrebbero potuto affacciarsi dalla finestra e chiederci la documentazione aggiuntiva richiesta dalla Regione. Ma non ci lasceremo scoraggiare e proseguiremo con i nostri progetti, questo centro sta dando tanto a donne e bambini, non ci fermeremo».

Quella che il centro sta offrendo a Villa Latina è una grande lezione di vita, gli abitanti vengono resi partecipi di queste nuove iniziative e nelle scuole aumentano sempre più i progetti finalizzati a sensibilizzare sull’argomento anche dei più piccoli. La casa rifugio collabora, infatti, anche con gli asili attraverso la rivisitazione delle favole in chiave di genere. «Riscriviamo le favole affinché i più piccoli capiscano il valore e la forza delle donne – continua Elisa Viscogliosi – Per esempio abbiamo rivisitato la favola di ‘’Biancaneve e i sette nani’’ in cui la protagonista però non rimane in casa a rassettare, spolverale e a svolgere le faccende domestiche ma va anche lei con i nani a lavorare, inoltre non avrà bisogno del bacio del principe per svegliarsi e salvarsi ma ci riuscirà da sola. È una donna, insomma, prima di essere una buona moglie, una buona madre, una brava casalinga. Speriamo così di rompere gli squilibri di genere e di far nascere un nuovo senso di solidarietà e collaborazione nella comunità locale».