Lilo :il motore di ricerca sociale.
Ogni ricerca sul web, faguadagnare profitti al motore di ricerca, grazie inserzioni pubblicitarie. Per un anno di ricerche di ciascun utente, Google e gli altri search ottengono fra i 30 e i 50 euro.
Qualcuno si è domandato se era possibile redistribuire parte di questa ricchezza a progetti solidali.
Chi? Due giovani imprenditori francesi, Clément Le Bras e Marc Haussaire, che nel 2015 hanno lanciato Lilo.org, un motore di ricerca «etico», che destina la metà degli introiti raccolti con la pubblicità a progetti sociali e ambientali in tutto il mondo. Lilo è stato lanciato anche in Italia. La piattaforma funziona in quattro lingue e utilizza lo stesso algoritmo di ricerca dei motori più famosi, garantendo, quindi, ricerche accurate.
Lilo oggi in Francia conta oltre 600 mila utenti e ha già donato 912 mila euro. In Italia la community di navigatori che lo utilizza è ancora piccina – 4 mila persone – ma cresce di giorno in giorno e ha già donato 15 mila euro. Il denaro viene versato ogni mese, in tranche da 100 euro. Fra i progetti finanziati da «Lilo Italia» c’è ad esempio il progetto «Terre colte», nato in Sardegna per il recupero dei terreni abbandonati attraverso l’agricoltura sociale e la sana alimentazione, oppure «Animal Equality Italia» che combatte la crudeltà verso gli animali allevati a scopo alimentare. Fra i progetti all’estero spicca poi quello del WWF per la diffusione dell’energia pulita in Madagascar, dando lavoro alle donne e preservando il preziosissimo ecosistema di quest’isola. Lilo poi protegge la privacy e non raccoglie i dati di chi lo utilizza, per poi venderli agli inserzionisti.